Un audiolibro a distanza

Alle prese come tutti gli insegnanti d’Italia con la ricerca di strategie per fare “scuola a distanza”, cerco affannosamente delle attività linguistiche che possano permettere alla classe di migliorare le competenze in una maniera cooperativa e collettiva.

La scrittura è impercorribile. Molti dei miei alunni non hanno un computer e non li posso costringere a scrivere sul telefono dei genitori. La lettura, invece, mi sembra un campo in cui l’interazione è possibile. Addirittura, a casa è più semplice esercitare ad alta voce, rispetto all’aula nella quale bisogna parlare uno alla volta e ascoltarsi. È una capacità, quella di “portare dentro la storia e fare le voci dei personaggi”, che avevamo inserito nelle rubriche di fine quadrimestre della classe terza di scuola primaria in cui insegno.

Scelgo un testo, “La Freccia Azzurra” di Gianni Rodari, che si collega perfettamente con un lavoro di scrittura collettiva su cui stiamo lavorando in classe. Entrambe le storie parlano di giocattoli parlanti in fuga. È quindi un modo per non interrompere il filo con quello che avveniva “prima”.

In più ha l’invidiabile vantaggio che il testo si trova integralmente in formato pdf su internet.

Decido quindi che leggeremo insieme il libro, ci ragioneremo e produrremo un audiolibro, da regalare magari ai bambini di prima.

Ogni due giorni circa invio un capitolo nuovo con il materiale di lavoro. Si tratta di ipotizzare il significato delle parole sconosciute, di tratteggiare le caratteristiche dei personaggi, di capire i motivi delle loro azioni, di immaginare i luoghi. Infine, assegno ad ognuno alcune righe da esercitare a voce alta e poi registrare.

Tutte le famiglie hanno un telefono e quindi, grazie anche ad alcune telefonate di sollecito, riesco ad avere tutti i file audio, che converto in formato mp3 (sul sito convertio.co) e poi monto insieme usando uno dei programmi che la rete offre (audio-juicer). Il risultato mi dà grandi soddisfazioni in breve tempo ed è ascoltabile sulla piattaforma Spreaker grazie alla collaborazione di un genitore particolarmente tecnologico. 

Inoltre, sempre con il telefono, tutti riescono a rimandare le foto dei compiti svolti, nei quali i bambini ipotizzano, ragionano, descrivono. Io raccolgo tutto e restituisco dopo qualche giorno in modo ordinato.  

Ovviamente non è la scuola ideale, ma è ciò che di meno peggio riesco a mettere in campo, per ora.

[Luca Randazzo, Pisa]

clicca sui link per ascoltare le registrazioni sulla piattaforma Spreaker